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Collana «Acquamarina»
volumetto n° 15



Gérard  d’Houville, Il vestito azzurro
a cura di Pasquale Di Palmo

 pag. 32, ISBN 8887741239

Euro 4,00
IN SINTESI

Diciassette poesie inedite in Italia della poetessa francese.


UN ASSAGGIO

«... E colui che, pensieroso, sotto un suolo secolare,
troverà un giorno la mia urna funeraria,
saprà che fui donna, e donna teneramente,
talora innamorata e maliziosa,
e si chiederà davanti alla terra scura
perché per tanta ombra sorse tanta luce.».







L’AUTORE

Marie-Louise-Antoinette de Heredia, che in seguito adotterà il nom de plume maschile Gérard d’Houville, nasce a Parigi il 20 dicembre 1875. È la seconda delle tre figlie del poeta parnassiano di origine cubana José-Maria de Heredia che conobbe una considerevole notorietà con la raccolta Les Trophées. Comincia a pubblicare giovanissima poesie in varie riviste e sposa a vent’anni il poeta e romanziere simbolista Henri de Régnier che si offre di pagare i debiti di famiglia contratti al gioco dal padre, rassegnandosi in seguito ad un matrimonio che non verrà mai consumato. In quegli anni la d’Houville ha un’intensa relazione con Pierre Louÿs che diventerà in seguito suo cognato, autore de Les Chansons de Bilitis e del romanzo Aphrodite, che la ritrae nuda in parecchie fotografie insieme alla sorella e da cui ha un figlio, Pierre, soprannominato Tigre, nel settembre 1898, a cui farà da padrino. Nel 1903 Marie pubblica il suo primo romanzo, L’Inconstante, che la fa conoscere ed apprezzare dal pubblico, al quale ne seguono parecchi altri, tra i quali Le Temps d’aimer (1908), Le Séducteur (1914), L’Enfant (1925) e Esclave amoureuse (1928). Dopo diversi legami sentimentali, tra l’agosto 1913 e l’aprile 1915 intreccia una relazione con Gabriele d’Annunzio. Nel 1930 escono, dopo essere apparse in forma anonima in varie riviste, Les poésies de Gérard d’Houville. Nel 1943 è profondamente segnata dalla morte del figlio. Vive gli ultimi anni in forma schiva e appartata, a dispetto degli importanti riconoscimenti che le vengono assegnati, declinati per una sua peculiare forma di umiltà. Muore il 6 febbraio 1963, per le ustioni riportate dalle fiamme sprigionatesi da un piccolo radiatore posto vicino alla poltrona dove stava riposando. Viene sepolta nel cimitero parigino di Père Lachaise, insieme al figlio. In traduzione italiana sono disponibili il racconto Le charmant rendez-vous e le lettere inviate da d’Annunzio alla poetessa con il titolo Buona sera, cara Notte, entrambi curati da Nicola Muschitiello per le edizioni Filema di Napoli, rispettivamente nel 2000 e nel 2001.

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