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Collana «I quaderni di via del Vento»
volumetto n° 72



Umberto  Boccioni, La gran madre
A cura di Fabrizio Zollo
 pag. 36, ISBN 978-88-6226-082-4

Euro 4,00
IN SINTESI

Una selezione di pensieri sull’arte di Umberto Boccioni, il maggior teorico del Futurismo in arte e tra più significativi pittori e scultori dello stesso movimento, nella sua pur breve parabola esistenziale.


UN ASSAGGIO

«L’artista si sente nel tutto. Egli creando non guarda, non osserva, non misura; egli sente e le sensazioni che lo avvolgono gli dettano le linee e i colori che susciteranno le emozioni che lo hanno fatto agire… Il pubblico dimentica sempre che per godere d’un’opera d’arte egli deve salire fino ad essa e non quella scendere fino a lui.»







L’AUTORE

Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria nel 1882 da genitori romagnoli. La famiglia, che segue gli spostamenti del padre, impiegato di prefettura, è nel 1888 a Padova, dove Umberto compie i primi studi. Mentre la madre e la sorella restano a Padova, nel 1898 Umberto segue il padre a Catania, dove nel locale Istituto Tecnico termina le scuole superiori e manifesta i primi interessi per la letteratura e la pittura. Nel 1899 si trasferisce a Roma, presso una zia. Umberto mostra sempre più insofferenza per l’arte tradizionale. Nel 1901 conosce Balla e poi stringe una forte amicizia con Severini e Sironi. Nel 1906 è a Parigi poi in Russia. Nel 1907 abita con la madre e la sorella a Milano dove vi resterà sino al ’15. Nel 1908 incontra Previati. Il 20 febbraio 1909 il poeta F. Tommaso Marinetti pubblica sul quotidiano francese «Le Figaro» il Manifesto del Futurismo. Boccioni, Russolo, Carrà, Balla, Severini nel febbraio del ’10 pubblicano il Manifesto dei pittori futuristi e, ad aprile, il Manifesto tecnico della pittura futurista. Nello stesso anno Boccioni, divenuto il maggior teorico del movimento, dipinge il suoi primi quadri futuristi. Nel ’12 si tiene con grande successo a Parigi la mostra futurista. La mostra passa a Londra, Berlino, Bruxelles, Aja, Amsterdam, Monaco. Nello stesso anno si dedica anche alla scultura applicandovi i principi futuristi. Il suo Manifesto tecnico della scultura futurista è dell’aprile ’12. Muore a Verona nel ’16 a causa di una caduta da cavallo.

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