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Collana «I quaderni di via del Vento»
volumetto n° 69



Michail  Bulgakov, Scarafaggio
A cura e traduzione di Paolo Galvagni
 pag. 40, ISBN 978-88-6226-076-3

Euro 4,00
IN SINTESI

Quattro prose del celebre autore ucraino di Il maestro e Margherita, tra le quali, nel nostro Paese, una risulta inedita e due edite solo in rivista.  


UN ASSAGGIO

«Ah, che città stupenda Mosca! Una città famosa! E famosi sono anche gli stivali! Questi famosi stivali si trovavano sotto l’ascella di Vasilij Rogov. E lo stesso Vasilij Rogov si trovava all’inizio di Viale Novinskij, all’uscita dal mercato Smolenskij. La giornata era grigia, simile a uno straccio, c’era anche una leggera pioggia. Ma nessun grigiore poteva fermare la domenica dello Smolenskij!» 







L’AUTORE

Michail Afanas’evič Bulgakov nasce a Kiev il 3 maggio 1891 primogenito di una famiglia numerosa e tradizionale. Nel 1907 muore il padre. Nel 1909 s’iscrive alla Facoltà di Medicina. Perde la fede. Nel ’13 si sposa una prima volta. Durante la guerra cura i feriti e assume morfina dalla quale si libererà due anni dopo. Nel ’19 è in Caucaso come medico militare dell’Armata Bianca. Nel ’20 inizia la disfatta della stessa. Abbandona la professione medica per la letteratura. Va a abitare a Mosca. Scrive il romanzo breve autobiografico Appunti sui polsini. È povero, dedito al gioco d’azzardo e deve celare i suoi trascorsi a favore dell’Armata Bianca. Nel ’22 muore la madre. Trova impieghi saltuari presso alcuni giornali, dove escono suoi racconti. Nel ’23 è membro dell’Unione degli scrittori, ma vuole salvaguardare la sua indipendenza artistica. Esce La guardia bianca, l’unico romanzo che gli verrà concesso di pubblicare in vita, e scrive il romanzo breve Le uova fatali. Nel ’25 esce la sua opera più critica nei confronti del regime sovietico, Cuore di cane, che viene confiscata. Per quindici anni e sino alla morte non potrà più scrivere sui giornali. Nel ’26 clamoroso successo del dramma I giorni dei Turbin(adattamento de La guardia bianca), in cui viene cantato anche l’inno zarista: lo stesso Stalin assiste a ben quindici rappresentazioni. La fama di Bulgakov esplode, ma in seguito vengono tolte dal cartellone le sue opere teatrali. Scrive a Stalin chiedendo di lasciarlo espatriare ma non ottiene risposta. In autunno esce per protesta dall’Unione degli scrittori assieme a Pasternak e alla Achmatova e scrive al Governo per rivendicare il dovere dello scrittore di lottare per la libertà di stampa. Nel ’30 lo scrittore è assunto dal teatro MChAT come assistente alla regia. Nel ’32 si risposa. Nel ’36 la prima del Molière, che è tolta dal cartellone. Bulgakov termina il romanzo Il Maestro e Margherita. Il MChAT gli chiede di scrivere una pièce su Stalin. Accetta, ma Stalin, soddisfatto di essere riuscito a piegarlo a scivere di lui, ne vieta comunque la rappresentazione. Muore di nefrosclerosi il 10 marzo 1940. 

 

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