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Collana «I quaderni di via del Vento»
volumetto n° 66



Édouard  Manet, Trascrivere la vita
A cura di Marco Alessandrini
 pag. 36, ISBN 978-88-6226-069-5

Euro 4,00
IN SINTESI

Una selezione di pensieri sull’arte dell’artista francese che aprì la strada alla felice stagione dell’impressionismo, di cui il quasi omonimo Monet diverrà il maggior interprete.


UN ASSAGGIO

«Il colore è una questione di gusto e di sensibilità. Soprattutto, dovete avere qualcosa da dire; altrimenti, meglio cambiar mestiere. Non siete pittori a meno di non amare la pittura sopra ogni altra cosa. E la padronanza della tecnica non basta, deve esserci un impulso emotivo. La scienza è una splendida cosa, ma per un artista è più importante l’immaginazione.»







L’AUTORE

 

Édouard Manet nasce a Parigi il 23 gennaio 1832 da famiglia agiata. Nel ’39 entra nel Collegio Rollin, dove stringe amicizia con Antonin Proust. Nel ’48 s’imbarca come allievo pilota su navi commerciali a vapore. Nel ’49 viene bocciato al concorso per ufficiale di marina e il padre gli consente di dedicarsi alla pittura. L’anno seguente frequenta l’atelier del pittore Thomas Couture. Nel ’50 s’innamora della ventenne Suzanne Leenhoff, sua insegnante di piano. Nel ’53 si reca in Italia e studia i capolavori del Rinascimento. Nel ’54 incontra Delacroix. Due anni dopo lascia lo studio di Couture per quello di Albert de Balleroy, pittore di soggetti venatori. Nel ’57 conosce il pittore Fantin-Latour. Nel ’58 rompe definitivamente con Couture. Nel ’60 la giovane pittrice di talento Berthe Morisot diviene sua allieva. Nel ’61 conosce Degas; il Salon accetta il suo Guitarrero. Nel ’63 dipinge il Déjeuner sur l’herbe, che il Salon rifiuta, e che espone al Salon des Refusés. Baudelaire prende le sue difese. Sposa Suzanne Leenhoff: alle loro nozze presenzia Léon-Édouard Koëlla, presentato come fratello minore di Suzanne, in realtà quasi certamente figlio dei due sposi. Conosce Monet e De Nittis. Nel ’65 espone al Salon l’Olympiasuscitando polemiche. Negli anni successivi viene più volte rifiutato dal Salon; Zola lo difende. Altre volte vi è accettato. Nel ’76 primi sintomi di atassia. Nel 1881 riceve la Légion d’Honneur. Muore il 30 aprile 1883.

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