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Collana «Acquamarina»
volumetto n° 38



Eunice  Odio, Questo è il bosco
traduzione e cura di Tomaso Pieragnolo

 pag. 36, ISBN 978–88–6226–027–5

Euro 4,00
IN SINTESI

Una scelta di poesie della poetessa costaricense morta in solitudine nel 1974 a Città del Messico.


UN ASSAGGIO

«Dove andiamo, compagno, senza nulla al sole?
Andiamo alla sacra forma
che più non dorme;
all’affaticato aroma solitario, al sangue
che solo d’improvviso ascende al vento,
logorando ciò che tocca nel suo transito.
Andiamo al gran torrente che immagina
ciò che palpiamo e non vediamo,
accecati dal suo tatto illuminato
e dal suo annegato splendore.»







L’AUTORE

Eunice Odio nacque a San Josè, Costa Rica, il 9 ottobre 1919 e morì a Città del Messico il 23 marzo 1974. Frequentò le scuole primarie e secondarie nella capitale, dove si sposò nel ’39 con l’avvocato Enrique Coto Conde, dal quale si separò dopo due anni. Viaggiò poi in America Centrale, Cuba e Stati Uniti. Di ritorno in Costa Rica nel ’44 pubblicò le sue poesie nel “Repertorio Americano” di J. G. Monge e in alcuni periodici. Nel ’47 vinse il premio “15 de Septiembre” con Los elementos terrestres e si recò in Guatemala a ritirarlo, dove si trattenne lavorando per il Ministero dell’Educazione e come giornalista. In Argentina pubblicò nel ’53 Zona en territorio del alba, libro che rappresentò il Centro America nella collezione “Brigadas Liricas”. Nel ’55 si trasferì in Messico dove visse fino alla morte; lavorò come giornalista culturale, critico d’arte e traduttrice dall’inglese, sviluppando per questo paese e la sua storia mitica un amore profondo e creativo. Nel ’57 il suo libro di maggiore esito, El transito de fuego, vinse il “Certamen de Cultura de El Salvador”. Nel ’62 diventò cittadina messicana e dal ’64 collaborò con la rivista venezuelana «Zona Franca». I suoi ultimi anni furono amareggiati dall’aspra polemica con la sinistra messicana, che mal reagì ai suoi critici articoli nei confronti di Fidel Castro, isolandola e ostacolando la sua carriera. Alimentò quel periodo con l’alcol e una collera lacerante che la separarono dal mondo; morì nel ’74 mentre preparava una antologia dei suoi migliori testi (Territorio del alba y otros poemas) che ebbe edizione postuma nello stesso anno. La morte la colse in assoluta solitudine; il suo corpo fu trovato nel bagno di casa dieci giorni dopo il decesso.

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