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Collana «I quaderni di via del Vento»
volumetto n° 57



Dario  Bellezza, Ricordo di Pasolini
a cura di Roberto Mosena
 pag. 36, ISBN 978–88–6226–033–6

Euro 4,00
IN SINTESI

Trascrizione inedita di un intervento-conferenza che il poeta Dario Bellezza ha tenuto sull’amico Pier Paolo Pasolini che contribuisce all’approfondimento della poliedrica personalità di una delle figure più controverse ma ineludibili del Novecento.


UN ASSAGGIO

«[…]Pasolini come scrittore veramente straordinario finisce nel ’60-’61 –, il momento del cinema, il cinema, forse Pasolini lo ha affrontato perché si sentiva esaurito come scrittore, pensava di non aver più niente da dire, aveva esaurito il mondo delle borgate, aveva esaurito un certo tipo di poesia civile, e allora lui si è buttato nel cinema perché era un uomo che voleva rinnovarsi, però questo cinema lo ha assorbito completamente. Se noi guardiamo quello che ha scritto subito dopo, vediamo che quasi tutto, quasi tutta la sua produzione è una produzione polemica, non prende mai una forma conclusa.»







L’AUTORE

Dario Bellezza è nato a Roma nel 1944 e a Roma, dove è sepolto al Cimitero acattolico, è morto nel 1996. Poeta e romanziere, Bellezza ha ottenuto numerosi apprezzamenti dalla critica. Moravia gli scrisse la postfazione al romanzo d’esordio, L’innocenza (1970). Pasolini introducendo la prima silloge di poesie, Invettive e licenze (1971), disse: «Ecco il miglior poeta della nuova generazione!». A Roma, dove è sempre vissuto con il suo forsennato amore/odio per la città, Bellezza ha stretto amicizia con Maraini, Ortese, Morante, con il gruppo della rivista «Nuovi Argomenti», cui collaborò fin dagli anni Sessanta. Sferzante, polemico, narcisista, ironico, ‘maudit’, depresso, ha riempito le sue pagine di una forte disperazione. I suoi libri più famosi restano Lettere da Sodoma (1972) e Morte segreta (1976). Riconobbe come propri maestri gli amici Sandro Penna e Pier Paolo Pasolini. Attorno a quest’ultimo, cui dedicò alcune poesie, ruota quasi tutta la sua attività saggistica. A Pasolini Bellezza deve molto: i suoi esordi sono seguiti da Pier Paolo che lo propone al mondo editoriale. I due, a Roma, si legano di un’amicizia fraterna, ma sbilanciata: Bellezza subisce indiscutibilmente il fascino della sua poesia, salvo poi rifiutarla per il timore di possibili identificazioni. L’amicizia fra i due subì alti e bassi: a Pasolini Bellezza dedicò gli anni migliori della sua gioventù, ma espresse giudizi controversi sulla sua opera.

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