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Collana «Ocra gialla»
volumetto n° 34



Franz  Kafka, Ricordi dalla Ferrovia di Kalda
traduzione e cura di Susanna Mati

 pag. 32, ISBN 8887741743

Euro 4,00
IN SINTESI

Un racconto scritto dal grande autore praghese nel 1914 ed ora ritradotto dall’edizione critica tedesca del 1990.


UN ASSAGGIO

«Nei primi tempi, quando ancora ero curioso di tutto, infilzai una volta uno di questi ratti e lo tenni davanti a me contro la parete all’altezza degli occhi. I piccoli animali li si vede sufficientemente bene solo quando si tengono davanti a sé ad altezza d’occhio; quando ci si china su di essi a terra e li si osserva laggiù, se ne riceve un’impressione falsa e incompleta.»







L’AUTORE

Franz Kafka nasce a Praga il 3 luglio del 1883, figlio di un commerciante ebreo; nasceranno in seguito tre sorelle, tra cui la prediletta Ottla. Studia al liceo, poi, dopo vari tentativi universitari, si iscrive a legge. Nel 1902 conosce Max Brod, di cui rimarrà amico tutta la vita. Nel 1904 scrive Descrizione di una battaglia; nel 1906 si laurea in Giurisprudenza. Nel 1907 scrive Preparativi di nozze in campagna e si impiega presso le Assicurazioni Generali, che lascia l’anno successivo per entrare nell’Istituto assicurativo boemo contro gli Infortuni, incarico che gli consentirà diversi viaggi. Partecipa alle riunioni praghesi del circolo sociale rivoluzionario, frequentando gli ambienti intellettuali della città. Dal 1910 inizia la stesura dei Diari; nel 1912 scrive La condanna e La metamorfosi, iniziando a lavorare al Disperso (America). Nel 1914 inizia il Processo e scrive Nella colonia penale, che sarà pubblicato nel 1916; scrive i racconti per il Medico di campagna. Nel frattempo si era fidanzato con Felice Bauer, sciogliendo subito il fidanzamento, per poi riallacciarlo ancora e scioglierlo definitivamente nel 1917; anno in cui gli viene diagnosticata la tubercolosi, che lo costringe a ripetuti soggiorni presso vari sanatori. Al 1919 risale la Lettera al padre e all’anno seguente l’incontro con la scrittrice Milena Jesenská, con la quale intreccia (come già con Felice) un’importante corrispondenza. Nel 1922 scrive il Castello; nel 1923 incontra Dora Dymant, con la quale decide di vivere. Il 3 giugno dell’anno successivo muore in un sanatorio presso Vienna e viene sepolto a Praga.

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