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Collana «Ocra gialla»
volumetto n° 80



Maurice  Sachs, Una valigia di carne
Antonio Castronuovo
 pag. 52, ISBN 9788862261159

Euro 4,00
IN SINTESI

Di Maurice Sachs, figura tra le più contraddittorie della letteratura francese, pubblichiamo qui la traduzione inedita in Italia dei capitoli finali della scandalosa autobiografia La chasse à courre, narrazione di una ‘caccia alla volpe’ dove Maurice, al termine di una corsa di rischiosi espedienti, farà la stessa fine dello scaltro animale, anche se ancora lo ignora. 


UN ASSAGGIO

«Vidi il trascorrere della notte e quella concavità di luci preziose che svolgeva, all’inverso del mio, il suo eterno periplo. Tutto ciò riversava nella mia indigenza un’inesauribile abbondanza. Verso le tre del mattino ci sdraiammo un poco a terra. L’erba era umida, le luci di un forno a carbonella perforavano in lontananza il mistero della strada. Avevo freddo, ma nulla disturbava davvero la mia felicità di vegliare nell’ora in cui l’uomo perde coscienza dei grandi moti dell’universo. Non saprei spiegare perché desiderassi il singolare piacere che mi procurava l’indifferenza degli astri, l’ignoranza di me che aveva il loro bagliore, e la calda coscienza che io avevo di loro. La certezza di non essere niente ha un certo potere di esaltazione».







L’AUTORE

Maurice Sachs nasce a Parigi nel 1906 da genitori ebrei. Il padre, donnaiolo, lascia la famiglia quando il piccolo ha appena sei anni; la madre si risposa e dopo alcune sventure si ritira in Inghilterra, facendo perdere le tracce. Il giovane Maurice si converte al cattolicesimo, entra in seminario e ne viene ben presto cacciato per aver sedotto un minorenne. Già da ragazzo inizia una vita truffaldina, dedicandosi ai commerci più loschi e contando sul proprio aspetto signorile. L’amore per la letteratura ereditata dal nonno lo porta a scrivere e a lavorare per l’editore Gallimard. Spinge a sua volta alla scrittura Violette Leduc, con la quale – benché anche lei omosessuale – ha una relazione. Diviene amico e amante dell’intellighenzia omosessuale parigina: Jean Cocteau, André Gide, Max Jacob. Vive di espedienti: truffa, traffica in argenterie e gioielli, rubacchia in casa di amici, si prostituisce. Alterna a quelli del vizio, periodi di mortificazione e inclinazione alla virtù. Negli anni Trenta fugge in America per sposare la figlia di un pastore protestante, ma dopo tre anni torna in Francia con un giovane americano. Durante l’occupazione tedesca di Parigi si dedica anche al mercato nero. Va poi a lavorare come volontario in un cantiere di Amburgo, dove diventa delatore per la Gestapo. Arrestato a sua volta, viene rinchiuso in una cella. Durante un trasferimento verso Kiel viene ucciso nella primavera del ’45 da un carceriere con una pallottola alla nuca.

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