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Collana «Ocra gialla»
volumetto n° 75



Thomas  Wolfe, Il ritorno
A cura di Francesco cappellini
 pag. 44, ISBN 9788862261074

Euro 4,00
IN SINTESI

Tre prose inedite in Italia dello scrittore americano Thomas Clayton Wolfe (1900-1938), il cui tono visionario, malinconico e intimista avrebbe influenzato, qualche anno più tardi, tutto il movimento legato alla beat-generation. Recentemente riscoperto anche cinematograficamente grazie al film Genius(2016), del regista Michael Grandage.


UN ASSAGGIO

«Allora tutte le cose di una volta sarebbero tornate: i mattoni, i muri, lo scalino, la siepe, il modo in cui quella strada inclinava o come si ergeva quell’albero, il cancello sui suoi cardini o la posizione di una casa, la polvere di una viuzza piena di buche; cose come queste tornavano, la foglia, il filo d’erba, il sasso e la porta. Quella porta che è più porta di tutte le altre – come tutte le cose che appartengono agli uomini – l’essenza di tutte le porte che siano mai esistite perché è la propria porta, quella che abbiamo attraversato migliaia di volte – cose come queste tornavano di nuovo».







L’AUTORE

Thomas Clayton Wolfe nasce il 3 ottobre 1900 ad Asheville, una piccola cittadina del North Carolina, in una famiglia borghese dedita più agli affari che all’affetto. Nel 1904 muore il fratello Grover e nel ’16 il fratello maggiore Ben; due lutti che lo scuotono profondamente. L’amore per la letteratura gli è trasmesso dal padre, che gli recita a memoria Shakespeare e brani epici, e la lettura della narrativa di Walter Scott, Dickens, Stevenson, Poe. Nel ’20 muore il padre. Dopo la laurea in letteratura seguono numerosi viaggi in Europa. Il successo editoriale giunge nel ’29, dopo l’incontro con Maxwell Perkins, curatore editoriale di fama e scopritore di talenti quali Hemingway e Scott Fitzgerald. Incontro peraltro immortalato con successo nel film Genius(Michael Grandage, 2016). È l’inizio di una fortunata collaborazione dalla quale escono i romanzi più famosi: Angelo, guarda il passato(’29) e Il fiume e il tempo(’35). Wolfe si connota come originale e prolifico scrittore, la cui prosa lirica e ‘rapsodica’ influenzerà gli autori della futura beat-genaration. Usciranno postumi: La ragnatela e la roccia(’39) e Non puoi tornare a casa(’40). Nell’estate del ’38, durante un viaggio attraverso gli Stati Uniti, condivide una pinta di whisky con un vagabondo malato di influenza, che gli procura prima una polmonite e poi la tubercolosi cerebrale che il 15 settembre dello stesso anno lo porterà alla morte.

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