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Collana «I quaderni di via del Vento»
volumetto n° 24



Egon  Schiele, Diario dal carcere
traduzione di Daniela Fedi, postfazione di Susanna Mati

 pag. 32, ISBN

Euro 4,00
IN SINTESI

Il diario che il grande artista austriaco tenne durante la detenzione di un mese in carcere. Il testo è ora qui tradotto direttamente ed integralmente dalla prima edizione viennese del 1922.


UN ASSAGGIO

«Perciò, nello stato in cui sono, sradicato dal suolo della mia attività, con dita tremanti intinte nella saliva amara, dipinsi per non diventare veramente pazzo. Servendomi delle macchie nell’intonaco creavo paesaggi e teste sulle pareti della cella, poi osservavo il loro lento asciugarsi fino ad impallidire e sparire nella profondità del muro, come fatti sparire dall’invisibile potenza di una mano incantata».







L’AUTORE

Egon Schiele nasce a Tulln an der Donau, cittadina presso Vienna, il 12 giugno 1890, figlio del capostazione; i treni forniscono a Egon il materiale per i primi disegni. Nel 1894 nasce la sorella Gertrude, con la quale compirà da adolescente un viaggio a Trieste che rappresenterà la loro "luna di miele". Nel 1906 viene ammesso all’Accademia di belle arti di Vienna, dove però il suo talento si scontra subito con l’ambiente artistico reazionario e tradizionalista; ne segue l’abbandono dell’Accademia e la fondazione della Neukunst-gruppe. Poco dopo Schiele entrerà in contatto con la Wiener Werkstätte, conoscerà l’influente critico Arthur Roessler che diverrà il suo più tenace difensore, e soprattutto verrà notato dai numerosi mecenati della borghesia viennese. Di grande importanza l’incontro con Gustav Klimt che Schiele venererà sempre come suo maestro; proprio Klimt gli presenterà la modella Wally Neuzil, con la quale il pittore vivrà per diversi anni realizzandone numerosi ritratti. Nel 1912, trasferitosi in una cittadina di provincia, Schiele sconterà quasi un mese di carcere e subirà un processo a causa dell’abitudine di usare giovanissime modelle per i suoi disegni di nudo. Nel 1915 sposerà Edith Harms, poco prima di essere richiamato nell’esercito (esperienza che darà vita ad un diario di guerra). Il 1918 segna la definitiva consacrazione artistica di Schiele all’esposizione della Secessione; nell’autunno muore a seguito dell’epidemia di spagnola.

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