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Collana «Le Streghe»
volumetto n° 7



Lando  Landini, Lo spazio luminoso
cenni biografici, note e scelta delle immagini a cura di Fabrizio Zollo

 pag. 36, ISBN 978–88–6226–015–2

Euro 4,00
IN SINTESI

Uno scritto memoriale della propria vita artistica di uno dei maggiori artisti astrattisti pistoiesi, corredata da una dettagliata biografia e iconografia.


UN ASSAGGIO

«Quello che avverto ora soprattutto, considerando il lavoro che ho lasciato, è una costante preoccupazione di raggiungere un’intensità coloristica, con l’ambizione – fino a che punto soddisfatta? – di dar concretezza a quella luminosità serena, pur nell’inquietudine della ricerca, che è anche il desiderio di razionalità: a posteriori, una forte aspirazione alla qualità pittorica, intesa come dato essenziale.







L’AUTORE

Lando Landini nasce a Pistoia nel 1925. Nel ’33 la madre raggiunge con i due figli il marito nel sud della Francia, dove lavora. Là Lando completa gli studi delle ‘elementari’ e quelli delle ‘medie’. Nel ’39 la famiglia rientra in Italia e si stabilisce a Bonelle, nei pressi di Pistoia, dove tuttora Lando vive con la sorella. Viene iscritto al Ginnasio. L’anno seguente, a seguito di una depressione, inizia a dedicarsi alla pittura. Attraverso monografie di Monet e Cézanne, scopre la pittura francese. Nel ’43 si relaziona col pittore pistoiese Alfiero Cappellini; s’iscrive alla Facoltà di Architettura di Firenze e tre anni dopo a quella di Lettere dove nel ’48 viene in contatto col critico d’arte Roberto Longhi col quale discuterà la tesi Boccioni e il futurismo. Nel ’51 parte per Parigi dove dipinge con impegno, frequenta i musei ed invia a Longhi recensioni di grandi mostre d’arte moderna per la rivista «Paragone» diretta dallo stesso critico. A Parigi incontra Suzanne Hayes, con la quale convive due anni: dalla loro relazione nasce nel ’53 il figlio Stefano, dopodiché i loro rapporti si rompono. Nello stesso anno rientra stabilmente in Italia col piccolo Stefano. Nel ’54 inizia ad insegnare lingua francese nelle scuole medie superiori. Alla fine del ’56 visita a Parigi la grande mostra antologica dedicata a Nicolas De Staël e ne scrive un importante saggio critico che viene pubblicato su «Paragone». A Pistoia, suscitano in lui interesse le personalissime ricerche di Fernando Melani e l’evoluzione del lavoro di Aldo Frosini. Nel ’65 sposa Donatella Giuntoli, nipote dello scultore Marino Marini, dalla quale si separerà nel 1988. Dal ’91 in poi userà trascorrere circa due terzi dell’anno in Francia ed un terzo in Italia. Nel ’94 gli viene dedicata dal Comune di Pistoia una grande mostra antologica.

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