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Collana «Ocra gialla»
volumetto n°21





Vittorio Sereni, "Taccuino d’Algeria (1944)"
a cura di Dante Isella
, pag. 32, ISBN 8887741123

Euro 4,00

IN SINTESI

La prima stesura delle impressioni scritte dall’autore nel 1944 durante la prigionia nel campo di concentramento alleato in Algeria e la prosa del 1945 Male del reticolato.



UN ASSAGGIO

«Si stava sotto un’enorme tenda, disposti appunto come in una corsia. Almeno una volta durante la notte il freddo o l’umidità ci spingevano alle latrine per un bisogno incontenibile di svuotare la vescica. Quella notte alzai il capo al cielo, piuttosto nuvoloso attorno a una luna flaccida e ambigua. Camminavo chiuso nel mezzo sonno. La metà ch’era sveglia ha pensato: - Magari stanotte sbarcano in Europa -».









L'AUTORE

Vittorio Sereni nasce a Luino, sulla sponda del lago Maggiore, ai confini con la Svizzera, il 27 luglio 1913. Studente all’Università di Milano, è del gruppo di intellettuali che si riuniscono intorno al filosofo Antonio Banfi. Nel ’38-’39 fa parte della redazione della rivista milanese «Corrente di Vita giovanile», nelle cui edizioni pubblica il primo libro di versi, Frontiera (1941). Chiamato alle armi come sottotenente di Fanteria viene inviato in Grecia e successivamente in Sicilia, dove nel luglio ’43, con lo sbarco degli Alleati, è fatto prigioniero. Trascorre due anni in campi di concentramento dell’Algeria e del Marocco francese, coltivando un amaro sentimento di esclusione dalla vita reale e dalla Storia. Rientrato a Milano a guerra finita, pubblica il secondo libro di versi, Diario d’Algeria (1947). Insegna nella scuola media-superiore fino al 1952, quando entra nell’Ufficio stampa della Pirelli, continuando una misurata collaborazione a giornali e riviste. Nominato, nel ’58, Direttore letterario della casa editrice Mondadori, concorre da una posizione di primo piano alla sua strategia culturale. Nel ’62 pubblica Gli immediati dintorni e nel ’64 L’opzione, dando sfogo a un’avara ma personalissima vena di prosatore, di cui si alimenta la terza raccolta di versi, Gli strumenti umani (1965), che lo impone tra le voci più influenti sulle nuove generazioni. Nell’81 esce un’antologia delle sue migliori traduzioni poetiche, Il musicante di Saint-Merry, e nell’82 la quarta e ultima raccolta di versi, Stella variabile. Dopo la sua scomparsa (Milano, 10 febbraio 1983) l’editore Mondadori pubblica l’opera in versi edita criticamente da Dante Isella (Poesie, 1995; 4a ed., 2000) e l’opera in prosa, riunita da Giulia Raboni in La tentazione della prosa.

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