Tra i maggiori scrittori del Novecento, nato a Bologna nel 1922, Pasolini studia in varie città per i continui spostamenti del padre, ufficiale di carriera. Ma resterà sempre legato al mondo friulano della madre, semplice e contadino: le Poesie a Casarsa (1942), la fondazione dell’“Academiuta di lenga furlana” per gli studi filologici e letterari, l’insegnamento, le prime prove narrative (Amado mio, Atti impuri, Il sogno di una cosa ), il fratello Guido, partigiano, ucciso a Porzûs. Laureato in Lettere a Bologna con una tesi su Pascoli, uno degli autori della sua formazione linguistica. Agli inizi del ’50 giunge a Roma, collabora come sceneggiatore con Soldati, Fellini, Bassani, Flaiano, Bolognini...e pubblica La meglio gioventù (1954), Ragazzi di vita (1955), Le ceneri di Gramsci (1957), L’usignolo della Chiesa cattolica (1958), Una vita violenta (1959). Fonda a Bologna la rivista «Officina» che avrà un ruolo importante nel dibattito degli anni ’50 tra ermetismo, neorealismo, sperimentalismo. Sarà quindi il regista di Accattone (1961), Mamma Roma (1963), Il Vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e uccellini (1966) e poi Edipo re (1967), Porcile (1969), Medea (1971). Prosegue anche la sua attività di poeta (La religione del mio tempo, 1961; Poesia in forma di rosa, 1964; Trasumanar e organizzar, 1971), di narratore (Alì dagli occhi azzurri, 1965; Teorema, 1968), di saggista (Passione e ideologia, 1960; Empirismo eretico, 1971), di drammaturgo (Pilade, 1967; Affabulazione, 1969; Calderón, 1973). Negli anni ’70 insieme al cinema (I racconti di Canterbury, Decameron, Il fiore delle Mille e una notte, Salò ) collabora ai giornali con articoli (poi in Scritti corsari, 1975 e Lettere luterane, 1976) di critica al Potere, denunciando gli ‘orrendi’ aspetti dell’Italia del tempo. All’alba del 2 novembre 1975 lo scrittore viene trovato assassinato all’idroscalo di Ostia.
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